La parola farmaco deriva del greco pharmakon, che vuol dire veleno.
E’un termine dal significato più ampio di medicamento, che indica solo i farmaci usati a scopo terapeutico. Questi ultimi sonostanze esogene inorganiche o organiche capaci di indurre modificazioni funzionali in un organismo vivente, positivamente o negativamente.
Essi possono produrre insieme alla loro azione curativa disturbi più o meno fastidiosi chiamati effetti collaterali.
L’occhio è uno degli organi che potrebbe essere colpito dall’azione negativa di un farmaco . Ad esempio esistono sostanze che possono alterare la pressione intraoculare, distruggere la funzionalità della retina (agendo sulle cellule recettoriali), agire sui neuroni della retina o sui vasi sanguigni.
Nel valutare la storia di pazienti sottoposti a trattamento con farmaci sospettati di indurre retinopatie, è necessario tenere in considerazione la degenerazione spontanea della retina che avviene con l’età. Una delle sostanze accusate di provocare danni a livello retinico è la chinolina e suoi derivati. Farmaci come la clorochina , l’idrossichinolina e l’amodiachina sono utilizzati come misura profilattica contro la malaria. Occasionalmente fu messo in luce che tali sostanze avevano attività anche nel trattamento del lupus eritematoso in pazienti trattati con meprachina per la profilassi della malaria e affetti da questa malattia autoimmune. Gli antimalarici permettono di ridurre le dosi di corticosteroidi in pazienti affetti non solo da lupus eritematoso ma anche da artrite reumatoide. Le dosi usate sono però più elevate di quelle necessarie per la profilassi antimalarica . Di conseguenza gli effetti collaterali sono maggiori. Questi ultimi comprendono pigmentazione della pelle, decolorazione dei capelli, opacità corneale e danni irreversibili alle cellule della retina contenenti melanina . La clorochina si accumula nell’epitelio pigmentato della retina, si lega alla melanina e la concentrazione può essere 80 volte superiore a quella che si ha nel fegato. In alte concentrazioni la clorochina diminuisce la sintesi proteica e inibisce gli enzimi sulfidrilici e perciò distrugge il metabolismo della vitamina A. Precoci conseguenze di tali effetti sono la diminuzione della capacità di adattamento al buio e delle onde dell’ERG (elettroretinogramma), in modo particolare dell’onda C.
Anche la macula viene influenzata; la visione del colore è disturbata e si può avere un’ area di cecità centrale. Il suo tipico aspetto ha dato origine al termine “lesione ad oblò”. I primi segni delle azioni retinotossiche della clorochina possono essere eliminati sospendendo il farmaco, ma gravi rtinopatie possono progredire anche dopo la sospensione del trattamento.
Autore: Dott.ssa Adriana Sidoti
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