Le lenti intraoculari (o IOLs acronimo dall’inglese: intra ocular lens) hanno l’arduo compito di sostituire il cristallino naturale ormai opacato ma, non esiste in commercio un prodotto che ne imiti la perfezione.
Il cristallino naturale, quando non si hanno difetti di vista, riesce a dare la miglior visione possibile indipendentemente dalla distanza a cui si trova ciò che vogliamo guardare.
Le IOLs che permettono di avere più fuochi contemporaneamente e risolvere al meglio la vista post- intervento di cataratta sono molteplici:
multifocali
refrattive o diffrattive con e senza apodizzazione
bifocali o trifocali
accomodative
tutte con caratteristiche specifiche che il vostro chirurgo saprà coniugare con le vostre aspettative.
La premessa che facciamo è che il chirurgo si predispone alla correzione di un difetto visivo che viene a crearsi con l‘asportazione della cataratta infatti, il potere di correzione di un cristallino naturale è di circa 20dpt e quindi l‘asportazione dello stesso va compensata con un adeguato sostituto avendo anche l’opportunità di correggere difetti di tipo sferico e astigmatico(che tratteremo in un altro testo) preesistenti, riuscendo in alcuni casi ad eliminare gli occhiali da vista portati in precedenza o a limitarne l'uso.
Dal punto di vista tecnico vi sveliamo quali sono i criteri costruttivi delle singole protesi e quali soluzioni portano alla vista ottimale.
Le lenti multifocali sono costituite da due gruppi di lenti: le refrattive e le diffrattive.
Le IOLs refrattive sono protesi che sfruttano il principio ottico della rifrazione, sono realizzate con una struttura ad anelli concentrici e ogni anello costituisce una zona differente di focalizzazione, alternando una zona per vicino e una per lontano. Nel tempo si è palesato che questi cristallini sono influenzati dal diametro della pupilla oltre alla presenza di molti aloni creati dagli anelli concentrici delle varie zone. Ne consegue una riduzione della sensibilità al contrasto soprattutto in condizioni di scarsa illuminazione ed è molto importante che siano perfettamente centrate nel sacco capsulare.
Le IOLs diffrattive sono realizzate con particolari ottiche che, creando la diffrazione della luce, determinano sempre e costantemente due fuochi principali: uno per lontano e uno per vicino che il nostro cervello si abituerà ad elaborare. Questo tipo di lenti supera problemi dovuti a leggeri decentramenti. Queste lenti si sono molto distinte negli ultimi anni per la quantità di aggiornamenti, infatti i primi modelli avevano delle addizionali per la visione da vicino di +4dpt che erano responsabili di una scarsa visione intermedia(visione ottenuta dall incontro delle linee di fuoco) , oggi invece la gamma si è notevolmente ampliata come anche si sono succedute parecchie altre innovazioni risolvendo molte problematiche.
L’apodizzazione rappresenta una tecnologia che in aggiunta a quella diffrattiva permette alle lenti diffrattive di fornire il massimo dell’energia luminosa sul punto focale per lontano e per vicino basandosi sul diametro pupillare, quindi in presenza di scarsa illuminazione e la pupilla sarà dilatata, tutta la luce confluirà per la visione per lontano divenendo dominante e viceversa.
Le IOLs bifocali rappresentano un altro concetto di visione multifocale, esse infatti sono realizzate come una riproduzione delle lenti tempiali avendo una parte dell’ ottica (2/3 circa) che consta di una lente monofocale per il distante e una parte (1/3 inferiore) realizzata con un'altra parte di lente monofocale dedicata alla visione per il vicino. Chiaramente come per le lenti tempiali non è prevista una visione intermedia.
In commercio sono presenti anche le protesi trifocali del tutto simili a quelle bifocali che hanno una parte aggiuntiva subito sopra alla zona riservata al vicino. Questo tipo di IOLs servono a superare il problema della visione intermedia (da 40 a 100 cm). Chiaramente dal punto di vista strutturale le differenti zone si penalizzano rubandosi parte del disco ottico e la visione di quanto succede in basso in corrispondenza del fuoco da vicino se non messo a fuoco potrebbe essere fastidioso nel vivere spazialmente.
Le IOLs accomodative rappresentano un'altra tecnologia creata per il superamento della lente monofocale cercando di emulare le funzioni del cristallino naturale, in grado di mettere a fuoco alle diverse distanze. Queste protesi sono costruite con un sistema che permetta ad una lente monofocale di variare il fuoco confidando nella struttura capsulare e zonulare che conteneva il cristallino naturale, determinando una flessione dello stesso in avanti. Infatti lo spostamento antero posteriore di una lente intraoculare impiantata all’interno dell’occhio determina un cambiamento del suo effetto diottrico e quindi un fuoco(o un potere) per ogni situazione. Questa tecnologia non ha bisogno di alcun adattamento da parte del paziente, come nel caso dei cristallini diffrattivi e non presentano aloni come alle lenti multifocali di vecchia generazione. Purtroppo nel caso di un indebolimento delle strutture zonulari, che trasmettono la trazione sul sacco capsulare, l’effetto di questa lente si vanificherà progressivamente riconducendola dapprima ad una lente in grado di avere solo una visione intermedia e da lontano, perdendo la visione per il vicino che soprattutto per la lettura dovrà essere compensato da una correzione tempiale, fino a quando il movimento sarà naturalmente soppresso e quindi la tecnologia della lente si ricondurrà a quella di una semplice monofocale.
L’apodizzazione rappresenta una tecnologia che in aggiunta a quella diffrattiva permette alle lenti diffrattive di fornire il massimo dell’energia luminosa sul punto focale per lontano e per vicino basandosi sul diametro pupillare, quindi in presenza di scarsa illuminazione con pupilla dilatata, tutta la luce confluirà per la visione per lontano divenendo dominante e viceversa.
Le maggiori aziende del settore si sono focalizzate nel perfezionamento di alcuni di questi modelli di IOLs cercando di creare una gamma ampia che possa rispondere a tutte le esigenze del chirurgo e dei pazienti. Soprattutto nel campo delle lenti diffrattive si sono introdotte altre tecnologie per superare delle imperfezioni iniziali. Premesso che per definizione una lente diffrattiva trasmetterà in ogni caso per principio fisico solo l’80% della luce totale.
Importante anche i criteri costruttivi generali di una IOL, infatti la realizzazione di queste tecnologie possono mutare la loro efficacia nel tempo per molteplici motivi ad esempio la collocazione della parte refrattiva della stessa: anteriormente o posteriormente. Sono infatti noti i processi proteici che negli anni possono creare opacizzazione della capsula posteriore che contiene il cristallino, per questi fenomeni sarà possibile eliminare l’inconveniente con un applicazione di laser Yag che distruggerà il tessuto opacato, ma sarà meglio che la parte diffrattiva o refrattiva della lente non si trovi sulla parte dove impatterà la sorgente laser per evitare eventuali inconvenienti.
Anche la geometria di costruzione di tutte le lenti intraoculari può determinare una differenza fra i prodotti, sono noti infatti processi di proliferazione cellulare (PCO), dovuti dalla sintesi proteica che coinvolgono il contatto fra le cellule del sacco capsulare, il materiale di cui è costituita la IOL e l’umor acqueo. Un bordo squadrato può esercitare un ulteriore barriera che si forma fra la superfice della capsula contenente la protesi e la protesi stessa evitando che i pazienti possano avere, all’insorgere della PCO dei disturbi quali aloni e abbagliamenti e riduzione dell’acuità visiva.
L’asfericita è un'altra tecnologia(introdotta già nelle lenti monofocali) che in aggiunta alle precedenti determina una qualità visiva ancora migliore. Con una lente intraoculare si può porre l’obbiettivo di compensare o annullare l’aberrazione sferica positiva della cornea, sono presenti sul mercato diversi modelli di IOLs con un differente approccio della correzione: positive, negative o neutre; per poter ulteriormente migliorare la sensibilità al contrasto delle immagini a seconda che la nostra pupilla sia dilatata o meno. La determinazione di questo parametro viene associato alla naturale evoluzione di un cristallino umano, infatti è noto come un cristallino di un giovane sia di asfericità negativa, diventa neutro verso i quarant’anni per poi divenire positivo.
Sono presenti sul mercato anche diversi tipi di materiali per la costruzione delle nuove protesi e gli stessi si differenziano per il contenuto d’acqua all’interno tanto che le principali società di chirurghi di cataratta e chirurgia refrattiva americana e europea, prediligono i materiali acrilici a basso contenuto che ne aumenta l’indice di refrazione delle stesse oltre a diminuire l'insorgenza di PCO .
L’ultimo fattore che possiamo prendere in esame per la costruzione della miglior lente multifocale è il filtro in esso contenuto. Il cristallino umano infatti, con la sua evoluzione negli anni , si adatta alla difesa di agenti esterni quali quelli dell’irraggiamento solare tendendo a un lieve ingiallimento. Tutte le lenti intraoculare di ultima generazione si preoccupano di continuare quell’azione di difesa intrapresa dal nostro cristallino avendo tecnicamente adottato dei filtri per lo sbarramento dei raggi UV con caratteristiche che possano proteggerci fino alla soglia dei 500 nanometri.
Concludendo possiamo affermare che tutte le tecnologia associate fra loro devono concorrere al raggiungimento del miglior compromesso visivo con un ottima sensibilità al contrasto e con il miglior confort possibile in tutte le condizioni anche con condizioni di bassa luminosità e per qualsiasi attività come leggere, guidare o altro.
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